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Le ong faranno la loro parte, ma anche D’Alema faccia la sua

Dopo Sergio Marelli, confermato alla presidenza dell’Associazione ong italiane, sono stati nominati lunedì 28 maggio i vertici del raggruppamento...

di Paolo Manzo

Dopo Sergio Marelli, confermato alla presidenza??
? dell?Associazione ong italiane, sono stati nominati lunedì 28 maggio i vertici del raggruppamento più importante per le organizzazioni non governative di casa nostra. Alla vicepresidenza è stato eletto Arturo Parolini, presidente di Ricerca e Cooperazione, che succede a Cinzia Giudici del Cosv. Nell?esecutivo, invece, hanno trovato spazio Michele Romano, direttore di Coopi; Massimo Gubbiotti, della segreteria nazionale di Legambiente; Francesco Petrelli, deus ex machina di Ucodep; Umberto Salvi, a capo del Consorzio delle ong piemontesi. Ottime nomine e, soprattutto, una presenza assai più trasversale e rappresentativa. Inoltre, un rinnovamento rispetto al recente passato. Peccato che, nonostante gli impegni annunciati, l?età media dei vertici si aggiri attorno ai 50 e che non ci sia neanche una donna. Occasione mancata.

Sempre l?Associazione ong italiane?
? ha incontrato martedì 29 maggio il ministro degli Esteri, Massimo D?Alema. Un incontro richiesto dall?associazione, e prontamente concesso dal ministro, per fare il punto sulla riforma della legge 49 di cooperazione allo sviluppo nella prima giornata di discussione parlamentare in Commissione Esteri del Senato, e per parlare dello stato attuale delle relazioni tra ong e ministero degli Esteri. Per Sergio Marelli, «un segnale estremamente positivo quello che D?Alema abbia voluto ricevere la nostra associazione». Nell?incontro il ministro degli Esteri ha invitato l?Associazione ong italiane a fare pressione sul Parlamento e sulle forze politiche e a mettere in atto ogni forma di mobilitazione affinché, senza mortificare il dibattito parlamentare, si proceda in tempi rapidi alla approvazione di un nuovo testo di legge che sostituisca quello ormai superato della 49 del 1987. Una speranza che è di tutti anche se, per inciso, anche D?Alema potrebbe dare un contributo?

Dagli Stati Generali sulla cooperazione che si sono riuniti?
? giovedì 24 maggio è stato ribadito un concetto cardine: o sulla cooperazione si riesce a fare qualcosa di ?no partisan? (più che bipartisan), coinvolgendo tutti, oppure la riforma rischia di bloccarsi. «Il tema è così importante per l?Italia che deve essere affrontato con il più ampio consenso delle parti». Parola di Nino Sergi, di Intersos. Difficile dargli torto.

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